Disagio psichico e montagnaterapia

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Una voce dal fronte del disagio

GRAZIE MONTAGNA

Il seguente testo, scritto da un certo Piero,è stato proposto dal gruppo Sopraimille, formato da persone che, per le difficoltà esistenziali e per il disagio psichico di cui soffrono, sono in cura presso il Centro Salute Mentale di Arco, in Trentino.

Gruppo "Sopraimille" di Arco (Tn)Il gruppo è stato creato da alcuni operatori e da soci della sezione di Riva del Garda della SAT; da allora i componenti fanno della montagna un terreno di gioco e di divertimento ma anche di relazione e di riabilitazione (montagnaterapia).
Un fatto isolato? Tutt'altro. In Italia esistono altre esperienze simili. "E ci piace pensare", scrivono gli amici di Sopraimille, "che questo articolo sia stato scritto anche con le penne dei gruppi di Clusone, Racconigi, Roma, Asiago, Massa Carrara,Torino, Pergine Valsugana, Rieti, Milano, Pescara, Bergamo, Rovereto, Vittorio Veneto, Varese, Merano, Mestre, Vicenza, Magenta, Portogruaro, Cagliari, L’Aquila, di quelli che ancora non conosciamo e soprattutto di quelli che stanno per nascere!".

"Non sono certo un alpinista, di quelli che si vedono in certi emozionanti documentari. Non sono neanche un atleta, non ho neanche mai fatto sport. Sono solo uno come altri, ma con tanti problemi più di altri; la mia vita è una fatica, non riesco a uscire di casa, a trovare un lavoro, a stare assieme alla gente, a trovare degli amici. A volte non riesco addirittura a lavarmi o a fare cose altrettanto semplici. Sono in cura nel Centro salute mentale della mia città: medici e infermieri mi aiutano, mi curano, mi seguono e assieme a loro cerco di superare le mie difficoltà.
Un giorno gli operatori mi hanno proposto di andare in montagna. Mi hanno detto che è bello, si sta insieme, si respira aria buona, si vedono panorami diversi, e così potrò distrarmi dai miei continui pensieri. E mi hanno detto che ci sarebbero anche state delle persone esperte che ci avrebbero aiutati, insegnandoci come si va in montagna
Ho accettato, ma poi mi sono detto non so se ci andrò, anzi non ci vado, io ho la mia vita ,devo cercare lavoro, non ho tempo da perdere. Ma è poi prevalsa la voglia di provarci; non so bene perché, forse perché mio padre e mio nonno andavano in montagna, ci lavoravano, o forse perché mio zio ci ha fatto la guerra. E alla fine ho accettato.
Quel giorno sono andato alla sede della SAT. Gli esperti hanno raccontato tutto quello che avremmo fatto, ci hanno detto dei posti dove saremmo andati. Ci hanno fatto vedere, mentre io pensavo che fossero ammattiti, delle foto di pareti di roccia incredibili o distese di neve che facevano freddo solo a vederle.
Proprio lì ci hanno portati! Ormai sono passati cinque anni e abbiamo fatto tante esperienze: arrampicare, sciare, compiere lunghe escursioni, andare in cima ai monti, camminare di notte sulla neve con le ciaspole, passare due giorni in un rifugio o in grotta.
A ognuno di noi è piaciuta una gita in modo particolare. Elisa si è divertita tantissimo sulla neve, con gli sci da fondo, mentre in grotta ha avuto un po' paura e non gli è mica piaciuto tanto! In effetti la neve piace a tutti, ma lo sforzo è tanto; dà serenità, e ci fa scherzare come quando facciamo le gare a pallate o come la volta che Bruno, arrivato di notte ormai stanchissimo, ha baciato la neve davanti al rifugio (erano tre ore che lo prometteva!), Ma c'è anche chi come Luciano la neve vuole vederla solo in discesa, e insiste per fare piste ripide e andare veloce.
A Luigino, Giovanni, Franco, Carla e Oscar piace arrampicare ed ora vanno su agili e sicuri come gatti; altri ci hanno messo un po' più di tempo, ma ora anche Maura, Gleison, Rinaldo, Nicola e Gianluigi se la cavano bene; e gli ultimi arrivati, Franca, Michele, Serena, Samuela, sono già della partita.
A tutti noi piace la natura, la montagna così com'è. Per chi è spesso preso dai pensieri negativi è bello vedere la semplicità delle cose che la natura ci offre: un paesaggio, un albero, gli insetti che unendo le forze fanno gruppo e riescono a vivere.
Come capita a noi quando ci leghiamo assieme ad una corda. Una semplice parola detta come incoraggiamento per andare avanti, nella fatica di una vita comune. In gruppo, stanchi, ma sempre insieme fino alla cima; e se non ci siamo arrivati oggi, pazienza, ci arriveremo domani."

Piero
Da “Lo Scarpone”, ottobre 2008

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